Don Camillo e Peppone, una delle coppie più celebri della letteratura italiana contemporanea, ci propongono altri capitoli delle loro imprese. Tutto è lecito per raggiungere il loro scopo salvo dimenticare l'amicizia, il buon senso, la profonda umanità che li anima. Il grande fiume che scorre pacifico, il piacere di incontrarsi di nuovo con due personaggi ormai a tutti noti.
Passano i mesi e gli anni, ma lo spirito battagliero, la forte polemica di Giovannino Guareschi non vengono meno. Così è anche nelle pagine di questo "Mondo Candido", che si riferiscono al periodo 1958-1960. Sono gli anni del tramonto dell'esperienza centrista degasperiana e delle forti avvisaglie di un orientamento a sinistra del partito di maggioranza relativa. La polemica guareschiana non prende di mira soltanto il mondo dei partiti, ma un più generale clima di abdicazione al senso di responsabilità personale, di dignità e di onestà che devono essere prima patrimonio del singolo, se vogliono, o devono, poi diventare patrimonio di un popolo, di una nazione. Guareschi si conferma critico del costume, coscienza che avverte al loro nascere fenomeni di crisi: dal pettegolezzo sempre più diffuso e diseducativo sui giornali, sui rotocalchi, all'invadenza della televisione, dall'abbandono dei valori umani a favore di un progresso scientifico che si allontana da quei valori medesimi, allo strapotere della partitocrazia, a scapito della centralità, della funzione, del Parlamento. È polemica sia scritta che disegnata, nel senso che questo "Mondo Candido 1958-1960" offre, come i precedenti, un campionario di vignette eloquente, ricco di umorismo, ma anche, in certi casi, di senso tragico degli eventi.
In questo Mondo Candido 1953-1958, appaiono tanti momenti della vita politica italiana e internazionale, ma ci sono anche non pochi capitoli di narrativa dilettevole e godibile, fra un'ironia che fa sorridere e un sentimento che commuove.
È trascorso ormai mezzo secolo dall'ultima uscita di "Candido" nelle edicole italiane. Era il giugno del 1953 e l'Italia, dopo gli anni laceranti che avevano seguito il termine del conflitto, si avviava a divenire una democrazia consolidata (sia pure imperfetta) e a muovere i primi passi lungo quella via che l'avrebbe portata al primo "miracolo economico". Ma anche nei tre anni raccontati in questo volume, non mancarono a Giovannino Guareschi i motivi e gli spunti per il suo giornale satirico.
Il volume rappresenta un distillato delle pagine di "Mondo Candido", di cui Guareschi fu animatore e direttore. Carlotta e Alberto Guareschi hanno operato una scelta di scritti e disegni, racconti del "Mondo piccolo" con don Camillo e Peppone, vignette delle prime tre annate del settimanale nato sulle ceneri di "Bertoldo".
"Guareschi si conferma un aggressivo polemista controcorrente. A ragione, o a torto, comunque da solo, sempre libero come tanti, a volte contro tutti, senza alcun secondo fine e senza altri interessi da difendere, se non quello della libertà. Anche in questo "Mondo candido 1948-1951" ci si imbatte infine in una serie di racconti fantasiosi, ricchi di humour e di umanità: da quelli ambientati in famiglia ai capitoli di un "Mondo piccolo" che, coi soliti don Camillo, Peppone, lo Smilzo e gli altri della Bassa, non finisce di stupire per varietà di invenzione, profondità di sentimenti e sincerità di commozione." (Giovanni Lugaresi)
Un cofanetto di 3 volumi su Don Camillo